Pietrasanta
Detta anche “la piccola Atene”, detta anche il capoluogo della Versilia Storica.
Pietrasanta è un centro per la lavorazione del marmo e del bronzo d'importanza internazionale, crocevia di scultori e artisti del marmo provenienti da tutto il mondo.
Grazie a un centro storico ben curato, il paese ha con il tempo assunto il volto di un vera e propria città d'arte, con numerose gallerie e grandi esibizioni stagionali sulla Piazza del Duomo e nella Chiesa di Sant'Agostino.
Da non perdere il XIII-XIV secolo) in stile romanico - gotico, e la chiesa sospesa al culto di Sant'Agostino (sec. XIV), in stile romanico con annesso campanile in stile barocco. Accanto all'edificio si può ammirare il chiostro sul quale si affaccia il centro culturale "Luigi Russo", caratterizzato dalla presenza di una biblioteca comunale all'avanguardia e di una raccolta di bozzetti.Duomo di San Martino
Sulla piazza del Duomo si trovano anche la Torre Civica
Degna di nota è la Rocchetta Arrighina, accanto alla quale si trova l'arco di Porta a Pisa. La città possiede inoltre una rete di cunicoli sotterranei e opere difensive strategiche, quali le mura di cinta ben visibili dalla piazza, raggiungibili grazie a un sentiero che termina alla Rocca di Sala
Alcune celebri sculture adornano piazze e strade della città:
- Franco Adami, Il Giudizio del Minotauro, Rotonda della Via Aurelia
- Fernando Botero, Il Guerriero, Piazza Matteotti, Affreschi "Paradiso" e "Inferno", Chiesa della Misericordia via Mazzini.
- Pietro Cascella, Memoria di Pietrasanta, Piazza Matteotti
- Girolamo Ciulla, Il coccodrillo, Via Asmara, Tonfano
- Jean-Michel Folon, L'Oiseau, Rotonda del Viale Apua
- Igor Mitoraj, Il Centauro, Piazzetta del Centauro
- Marcello Tommasi, Gruppo bronzeo (scena rurale per il Mercato comunale), Via Oberdan;
- Kan Yasuda, Chiave del Sogno, Piazza della Stazione
Sono infine interessanti le stradine della Pietrasanta antica, come la caratteristica via del Riccetto con pavimentazione in ciottoli di fiume, o via della Fontanella, dove è presente l'Osservatorio astronomico "Spartaco Palla".
Storia di Pietrasanta
Le origini di Pietrasanta risalgono alla metà del XIII secolo quando il podestà di Lucca, Guiscardo da Pietrasanta, vi concentrò i soldati della soprastante Rocca di Sala e del vicino borgo di Brancagliano, dopo che ebbero distrutto i castelli di Corvaia e Vallecchia. Già da allora la città fu caratterizzata da uno schema ortogonale che rappresenta, in Toscana, il primo esempio d'urbanistica programmata. L'ubicazione fu certamente influenzata dalla vicinanza dell'approdo marittimo di Motrone, che assunse una certa rilevanza nel XI secolo. Subito dopo la sua fondazione passò in mano ai pisani, che ne tennero il controllo fino al 1267 e ne tornarono padroni dal 1312 al 1314.
Il periodo di maggiore sviluppo fu sotto il governo di Castruccio Castracani, che nel 1324 fece costruire la "Rocchetta". Nello stesso periodo si edificò anche la "Rocca Ghibellina”, ristrutturando la già esistente "Rocca di Sala". Sorsero inoltre il Duomo e il convento di S. Agostino, nonché il Palazzo Pretrorio.
Dopo la morte di Castruccio Castracani la città fu assegnata in Ducato alla vedova, ma in seguito fu data in pegno a Genova insieme allo scalo marittimo di Motrone e a 150000 ducati d'oro. Verso la metà del 1300 fu distrutta in buona parte da un incendio, ma fu prontamente ricostruita grazie a validi aiuti dei fiorentini che, in quel periodo, ne detenevano il controllo.
Passata nuovamente sotto il dominio di Lucca nel 1400, alla comunità di Pietrasanta furono donate alcune terre confiscate ai signori di Corvaia e Vallecchia. A causa di alterne vicende la città passò in mano a Genova, che ne assunse il controllo fino al 1484, quando fu occupata dai fiorentini. Dieci anni dopo Piero dei Medici, figlio di Lorenzo, consegnò questa terra al Re di Francia Carlo VIII. Il duca d'Antragos, governatore del Re di Francia, ne restituì il controllo ai lucchesi in cambio di 29000 ducati d'oro.
In questo periodo la città conobbe vari padroni fino a che il Papa Leone X, arbitro della disputa tra Lucca e Firenze, assegnò il territorio di Pietrasanta a quest'ultima. Gli anni a venire rappresentarono un periodo di prosperità, grazie anche all'apertura delle cave di marmo ad opera di Michelangelo Buonarroti, all'apertura di alcune miniere di ferro e alla bonifica della campagna da attribuirsi all'impegno di Cosimo I dei Medici.
Nella seconda metà del 1700, con l'avvento dei Lorena al trono di Toscana, la città cambiò la sua denominazione di Capitanato in quella di Vicariato Regio. Pietro Leopoldo ne promosse l'ulteriore espansione economica, dando un nuovo assetto al territorio, operando nuove bonifiche e migliorando il già esistente acquedotto. Incentivò inoltre la costruzione di alberghi e case rurali, e concesse agevolazioni fiscali e doganali.
La ripresa economica e culturale di Pietrasanta conobbe una battuta d'arresto quando nel 1799 la Versilia fu invasa dai francesi e, in seguito alla pace di Lunéville, fu annessa all'Impero Francese in quanto territorio facente parte del Regno d'Etruria.
Dopo la caduta dell'Impero Napoleonico e il ripristino degli antichi ordinamenti lo sviluppo riprese, e la città divenne un importante centro economico e culturale legato soprattutto all'estrazione dei marmi delle Apuane.
Sulla piazza del Duomo, arricchito da nuove opere di pregevole fattura, sorse la statua al granduca Leopoldo II che aveva dichiarato Pietrasanta Città Nobile.
Nel 1842 fu aperta la scuola per la lavorazione artistica del marmo (tutt'oggi attiva) e in pochi anni fiorirono una miriade di laboratori.
La città perse in seguito la denominazione di Vicariato Regio a favore di quello di Mandamento di Pretura, e con l'Unità d'Italia questo ordinamento rimase invariato.